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Casorate,
un paese ancora stretto dall'originario anello della brughiera lombarda, disteso
attorno ai resti della vecchia rotabile gallico-
Attraversato dal Sempione e dalla linea ferroviaria Milano-
A Casorate domina ancora la Natura.
Infatti due terzi del territorio sono ancora coperti da boschi dove crescono specie arboree protette e dove antichi sentieri si articolano e snodano come prosecuzione e presenza di luoghiche ancora conservano i vecchi toponimi di origine
celtica o romana.
Passeggiando per parchi e boschi , a piedi, in bicicletta o a cavallo, si possono incontrare tracce significative di belle architetture civili,
perfettamente integrate nel paesaggio.
A nord-
Ad ovest, prendendo per la vecchia via della Quadra, ora via San Giorgio,si incontra villa Bocconi, edificata su modello di quella reale di Chantully agli inizi del 1900.
Di fronte sulla collinetta della Lona sorge Ca' Torretta
dell'architetto milanese Cecilio Arpesani.
Più in là verso il Sempione, i villini in stile inglese degli anni venti.
Tra il finire dell'800 e gli inzi del 900 cominciarono a fiorire scuderie ed allevamenti di cavalli destinati alla caccia e alle varie discipline equestri.
Tutto ciò ha connotato fortemente il paese regalandogli il titolo di:
"Piccola Inghilterra"
Oggi a Casorate sono attive diverse scuderie e una "Società dei Percorsi a Cavallo".
Tornando verso il centro di Casorate ci si immerge in un'aggregazione spontanea di case su cui veglia, dalla collinetta della Motta, la Chiesa dell'Assunta. E' il nucleo del paese di antica formazione. Un dedalo di vecchi cortili lombardi in cui sopravvivono tracce architettoniche di una civiltà contadina scomparsa: vecchi pozzi, portali in pietra grigia, mensole con balconi dei quali si conservano le ringhiere in ferro battuto.
Una ragnatela di stradine arrotolate su se stesse conduce a sud
verso i campi e verso la trecentesca Chiesa di Sant'Ilario.
Da li un camminatore attento può lasciarsi condurre su sentieri dolci e pianeggianti, per amene località quali la Serena, le Gocce, la Brera e poi, attraverso la Vallazza, incontrando la "Casa dei cacciatori", potrà giungere in Baraggia e se lo vorrà, attraverso un fitto e variegato bosco, si portà recare fino alle tranquille sponde del fiume Ticino. se invece preferirà tornare in paese si potrà ristorare gustando una fetta del rinomato
"Dolce di San Tito".